Bambola in avorio del II sec. a.C. (Fonte Wikipedia)

Di Crepereia Tryphaena abbiamo poche informazioni. Sappiamo che era la figlia di un uomo facoltoso chiamato Crepereio e che muore giovane  poco prima delle sue nozze. Durante i lavori di costruzione del Palazzo di Giustizia a Roma, nel 1889, scavando emerge dal terreno la tomba di questa fanciulla. I sarcofagi ritrovati sono due. Quello di Crepereia reca l’effige di un compianto funebre con una bimba distesa sul letto, ai piedi  della quale si lamenta una donna velata e, al capezzale, una figura maschile, con il mantello del tempo, il clamide (mantello corto di lana per uso  militare o da viaggio). Il sarcofago in marmo comprova la ricchezza della sua famiglia (liberti arricchiti). Le analisi hanno confermato che Crepereia  è morta all’età circa di otto anni a causa della plerosi pleurica ed era caucasica come gruppo genetico di appartenenza. Dagli oggetti ritrovati nella  tomba si ritiene che la famiglia della ragazza fosse convertita al culto orientale di Iside e Osiride e sia vissuta al tempo dell’imperatore  Adriano. La mummia della fanciulla è visibile presso il museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Tra il corredo funebre è stata ritrovata una  bambola in avorio. Le bambole erano giochi comuni per le fanciulle dell’antica Roma che se ne separavano solo alla vigilia delle nozze e venivano  donate ai Lari (dei protettori della famiglia) o alla dea a cui erano particolarmente legate, secondo la tradizione importata dalla Grecia. La bambola  ritrovata nel corredo funebre della bambina testimonia l’agiatezza della sua famiglia poiché il giocattolo è pregiato e di ottima fattura. Il colore è scuro e all’inizio si pensava fosse di legno e non d’avorio. I capelli dovevano essere colorati ed è una bambola snodabile. Non sono stati  ritrovati i suoi costumi, ma abbiamo i suoi gioiellini in oro. La bambola al pollice aveva una chiave che forse apriva un bauletto in cui, con  probabilità, erano custoditi altri gioielli. Il nome Filetus inciso in un anello ritrovato al dito di Tryphaena ha fatto pensare al suo futuro sposo.  Pascoli ha dedicato alla fanciulla l’ode “Crepereia Tryphaena” scritta in latino. I giocattoli erano tutti offerti agli dei nel momento dell’ingresso  nell’età matura. Molti giochi e giocattoli erano simili a quelli dei giorni nostri e spesso i giochi elettronici si rifanno o imitano giochi manuali  ereditati dell’antica Roma ed evolutisi nel corso dei secoli.

Serie di giocattoli (fonte Cronaca Comune Ferrara)
 

Di seguito giochi e giocattoli più comuni.

  • Tintinnabulum al suono del tintinnio della campanella i fanciulli dovevano correre per sfuggire, metaforicamente, dal giungere della Mala Sorte avvistata. La campanella spesso raffigurava  una figura magico-religiosa che aveva il compito di allontanare il malocchio. In forma religiosa i campanelli erano appesi davanti agli ingressi delle  case, dei negozi ecc.
  • I poppatoi per infanti erano a forma di animaletti per permettere al bambino sia di succhiare il latte, sia di giocare.
  • I girelli con essi si imparava a camminare come se fosse un gioco
  • Gioco delle noci consisteva nel centrare un vasetto con la noce.
  • Ludus castellum  (gioco del castello) su una base di tre noci si deve collocarne una quarta senza far cadere le altre oppure lanciarla in una direzione prestabilita  senza far cadere le tre posizionate oppure ancora lanciarla il più lontano possibile senza spostare le altre tre.
  • Penthelia (cinque dita o sassi) allineare cinque sassolini o monetine sul palmo della mano, lanciarle in alto e raccoglierle con il dorso della mano.
  • Capita aut navica (testa o nave) è il nostro testa o croce.
  • Aliossi (ossicini di pecora o monetine) gioco dei dadi. Chi ottiene il punteggio più basso (due) ha fatto il lancio  del cane, chi ottiene il punteggio più alto (dodici) il lancio di Venere.
Gli aliossi naturali (fonte Wikipedia)
  • Tabule lusoriae (tavole del muratore) erano giochi d’azzardo e perciò praticati dagli adulti.
  • Pila (chiamato anche follis o folliculus. palla, follis e folliculus sacchetto); con la pila si gioca al trigon (palla  a tre). Contemporaneamente si lanciava la palla e si doveva prendere quella lanciata dall’altro giocatore. Le palle non prese erano una penalità. 
  • Ludere raptium (gioco della palla rubata) I fanciulli si dividevano in due gruppi e dovevano impedire che il gruppo avversario rubasse la palla.
  • Apodidraskinda nascondino.
  • Akinetinda belle statuine.
  • Muinda mosca cieca.
  • Acrostico individuare parole le cui iniziali compongono  altre parole o nomi.
  • Palindromi cercare parole che si possono leggere al contrario rimanendo uguali (tipo il nome Anna).
  • Bifronte parole che lette al contrario cambiano di significato (Roma-amor). I bambini giocavano con delle spade di legno imitando la guerra. Le bambine giocavano con le pupae (bambole) di stoffa e con le bambole snodabili in avorio (forse anche in legno) con il loro corredo di abiti. Vi erano anche  le trottole, gli animaletti in terracotta erano comunissimi. I bambini giocavano anche al gioco delle biglie in legno levigato o in materiali lisci.

 

 

 

 

 

CREPEREIA e la sua bambola
Giocattoli e giochi nel mondo romano
di Fulvio Donnini