Il nostro elogio al Teatro dell'Atelier per aver dato voce all'arte e all'impegno delle Donne iraniane.
In questo Gruppo filodrammatico genovese opera attivamente Marina Bonelli, autrice dell'articolo qui di seguito.

In questo momento in Iran, uno splendido paese ricco di bellezza e di storia, si sta svolgendo, da mesi, una dura repressione, soprattutto sulle donne, ma non solo, (pensiamo ai  giovani impiccati dopo processi sommari), da parte di un regime violento e sanguinario. Ognuno combatte con le armi che ha, in patria o in esilio"volontario", e per questo vorrei parlare delle donne iraniane e del loro coraggio, attraverso le parole di altre donne iraniane. La più famosa è senz'altro FORUGH FARROKHZAD, morta a soli 32 anni nel 1967,  scrittrice, attrice, poetessa, traduttrice, donna libera, già allora sempre in primo piano nelle lotte per i diritti umani. Ma vediamo soprattutto alcune delle molte scrittrici contemporanee. Alcune vivono in Iran e, tra mille difficoltà, riescono a far sentire la loro voce, come SHAHLA LAHIJI che, nel 1983, fu la prima donna editrice in Iran, ormai sopportata  dal regime, ma anni fa condannata a 3 anni di carcere, poi ridotti a 6 mesi; oppure PARINAISH SANIEE, il cui romanzo Quello che mi spetta, sulla condizione della donna  in Iran dagli anni '40 in poi, viene prima censurato e bandito e poi riammesso in circolazione, dopo un processo in cui fu difesa da SHIRIN EBADI, premio Nobel per la pace nel 2003,  forse la più famosa scrittrice iraniana. Alla Ebadi, nonostante la sua fama internazionale, dopo la rivoluzione del 1979, viene impedito di svolgere il suo lavoro di magistrata e, solo nel  1992, le verrà concesso di aprire uno studio di avvocata dove, con molte difficoltà e superando le continue intimidazioni del regime, continua per anni a svolgere il suo lavoro per  i diritti umani, soprattutto per quelli delle donne. Nonostante il Nobel anche lei deve vivere in esilio "volontario" a Londra dal 2009. Finchè non saremo liberi è il racconto  appassionante della sua lotta continua contro il regime. "Tornerò, sono stati i miei colleghi di Teheran a chiedermi di restare a Londra -Adesso ci sei più utile fuori - hanno detto." Conosciuta a livello internazionale è AZAR NAFISI, autrice di Leggere Lolita a Teheran, dove racconta che, dopo essere stata espulsa dall'insegnamento all'Università "per  abbigliamento non conforme alle norme", ha organizzato con le sue allieve, in casa sua, dei seminari sulla letteratura americana. SAHAR DELIJANI vive a Torino, è autrice del bel libro  L'albero dei fiori viola. Nell'incipit del libro racconta la sua drammatica nascita nel famigerato carcere di Evin, dove i suoi genitori sono reclusi. Il padre verrà ucciso, mentre la madre  vive ancora a Teheran. E poi ci sono le poetesse BITA MALAKUTI e MINA ASSADI con la sua bellissima poesia Un anello per me è schiavitù: "descrivo chiunque colga un fiore come un  cieco, ai miei occhi una rete che separa il pesce dall'acqua, è un assassinio. Guardo il mare con invidia e dico a me stessa "quanto sei piccola" ma forse lo stesso mare si sente  piccolo quando si unisce all'oceano."

LA LOTTA DELLE DONNE IRANIANE SI FA ANCHE CON LE PAROLE
di Marina Bonelli